giovedì 9 gennaio 2014

Corleone e Corfluvione

A una settimana dall'assemblea, che il Comitato contro la chiusura della scuola di Roccafluvione ha indetto per il 17 gennaio, il sindaco Formica non ha ancora risposta alla richiesta della concessione della sala del Centro Anziani. Vuol dire che faremo l'assemblea sotto casa sua?

Anna Cecilia Poletti
Sono stato lontano da Roccafluvione diversi anni. Da meno di un anno sono tornato ad abitare qui, e ho notato, con piacere, che qualcosa cominciava a muoversi, non nella buona amministrazione del territorio, ma almeno nella proposta culturale. Fino a pochi anni fa, le uniche proposte provenivano tutte dell'impareggiabile famiglia Poletti, che per lunghi decenni ha rappresentato, la quasi globalità dell'offerta culturale nel deserto di Roccafluvione. Dalla fucina di Serena Poletti, alle attività della pro-loco di Marco, alla instancabile proposta di Anna Cecilia, fino a pochi anni fa ogni iniziativa culturale a Marsia e dintorni era targata Poletti. Ora la proposta si è diversificata, e abbiamo assistito alla nascita e all'affermazione di un Festival di cortometraggi (Fluvione Corto Festival), una serie di piccole inziative tutte mirate alla valorizzazione del teritorio, camminate naturalistiche, musica nelle frazioni (Borghi Folk), mostre di foto dei nostri antenati, per lo più proposte dalla nuova associazione Marsia a 360°. Abbiamo anche registrato l'affermazione nel campo artistico di ragazzi nati e cresciti nel nostro territorio, primi fra tutti, il regista Guido Ianni, promotore di un interessantissimo lavoro di recupero della memoria storica, e Sandro Spina, ormai affermato cantante lirico. Ma non sono i soli: c'è l'interessante lavoro teatrale di Walter Galotto e un numero considerevole di giovani che ruotano intorno alle loro iniziative. Un territorio che si risveglia dunque.

Mostra fotografica organizzata da Marsia 360 
Diverso il discorso per quanto riguarda l'amministrazione del territorio. Roccafluvione non è cambiata molto rispettoa 20/25 anni fa. Come allora è rimasto un agglomerato di condomini disseminati lungo la statale, senza un vero centro, senza nemmeno la possibilità di camminare in modo sicuro per la sua strada principale. Come allora a Roccafluvione mancano i marciapiedi. Camminare a Roccafluvione è pericoloso, ma gli amministratori non se ne curano, sono impegnati in altre attività.

Il letto del Fluvione che scorre
decine di metri al di sotto del
livello delle abitazioni di Roccafluvione
Una delle più allucinanti decisioni dell'amministratore comunale di Roccafluvione è stata quella di finanziare, nell'estate scorsa, lo studio di un piano per l'esondazione del Fluvione nel centro storico. Chiedete a un qualsiasi abitante di Rocca, se teme l'esondazione del Fluvione, o se hanno memoria di un qualche episodio nel passato raccontato da nonni o bisnonni. Impossibile, con tutta evidenza, il Fluvione scorre a circa 25 metri di profondità rispetto al suolo del paese. Eppure è stato commissionato e pagato un simile piano.

L'ultima è la dissennata decisione di chiudere la scuola elementare e media del centro di Rocca per edificarne una nuova nel comune di Venarotta. Nessuno comprende una scelta simile, ma gli amministratori vanno avanti a testa bassa. Legittimi tutti i sospetti. 

Sono tanti gli episodi che fanno insorgere sospetti, non sono escluse le ultime assunzioni al comune. Ma sapete qual'è la novità? Quando si sollevano questi argomenti, buona parte degli interlocutori a Roccafluvione, abbassa la voce nel rispondere. Come a Corleone, Qualche commentatore in rete ha cominciato a usare un neologismo per il nome della nostra cittadina: Corfluvione??

Il sindaco di Roccafluvione Marcello Formica
e il suo vice Marcello Michelessi
Prendete poi il caso dell'ultimo consiglio comunale, in cui c'era un punto all'ordine del giorno richiesto dall'opposizione, che riguardava la richiesta di chiarimenti sulla decisione della giunta Formica di chiudere la scuola in centro e costruirne una nuova a Capodipiano di Venarotta. Si prevedeva un discreto afflusso di cittadini che già avevano ampiamente dimostrato la loro ostilità al progetto, firmando in massa la petizione promossa dall'opposizione contro questo folle progetto. Cosa si inventa il sindaco? Fare il consiglio comunale a mezzogiorno! Nella storia di Roccafluvione sarà forse successo una sola altra volta... questa volta il sindaco ha giustificato la propria decisione con una malattia di raffreddamento della segretaria comunale, che, a ha sostenuto, le permetteva di uscire di casa verso mezzogiorno, ma non la sera... Sono le stranezze di certi virus, si vede.... Ovviamente nessuna mamma era presente, tutto il pubblico del consiglio comunale, quello in cui il sindaco ha dichiarato che la scuola di Roccafluvione non è sicura, era composto da uomini.

Il presidente del comitato che si oppone alla
chiusura della scuola, Dario Tomassetti
Ma non è finita qui. Il comitato contro il nuovo Plesso Scolastico di Capodipiano ha richiesto per il 17 gennaio l'uso della sala del centro anziani. La richiesta è stata presentata dal consigliere di opposizione Guido Ianni, poco prima di Natale. A una settimana dalla data prevista, con i manfesti stampati per informare la cittadinanza, il sindaco non ha ancora concesso la sala. Cercato più volte al telefono dall'autore della richiesta, il telefono squilla senza risposta. E' il telefono dello stesso sindaco che quando era stato accusato di non dare informazioni sufficienti sulla situazione della viabilità nel periodo in cui Roccafluvione fu colpita da numerose frane, fece sapere che lui era sempre disponibili al telefono per tutti. Chiedere per conferma all'assessore alla cultura che se ne fece portavoce. Ma questa volta non c'è per nessuno, si vede, o non c'è solo per il Comitato che si oppone ai suoi progetti...
Il fatto è che la sala del centro anziani, non è "cosa sua", è un bene pubblico e come tale dovrebbe essere gestito. Invece, sembra proprio di no. Un'altro piccolo tassello che comincia a giustificare il nuovo nomignolo attribuito a Roccafluvione, che fa riferimento al paese di Don Corleone: Corfluvione.  Dove tutto è "cosa nostra". 


venerdì 3 gennaio 2014

Lo schiaffo di Giuseppe Mariani

Il suggerimento di Mariani alla giunta di Roccafluvione, di indire un referendum tra i genitori dei futuri ragazzi in età scolare, sulla chiusura della scuola del centro, appare come una sconfessione delle scelte di Marcello Formica e Anna Cecilia Poletti

L'ex sindaco di Roccafluvione e attuale
Assessore provinciale Giuseppe Mariani
La presa di posizione è clamorosa. Giuseppe Mariani, ex sindaco di Roccafluvione e attuale assessore provinciale, entra nel pubblico dibattito sulla costruzione del nuovo Plesso Scolastico a Capodipiano di Venarotta, con una presa di posizione clamorosa, che ha il sapore di una sonora bocciatura dell'operato della giunta comunale di Roccafluvione presieduta da Marcello Formica.

Mentre la petizione contro la chiusura della scuola, promossa dall'opposizione, ha ormai raggiunto le 800 firme (circa la metà dei cittadini che votano a Roccafluvione ha firmato contro la sua chiusura), la giunta Formica si ostina a negare una pubblica assemblea in cui illustrare il progetto alla cittadinanza, richiesta più volte avanzata dal consigliere di opposizione Guido Ianni. Come se una decisione che riguarda il presente e il futuro dei cittadini di Roccafluvione, non necessitasse, non solo di essere discussa, ma nemmeno presentata ai propri cittadini. Una scelta incomprensibile e insostenibile.


Il sindaco di Roccafluvione Marcello Formica
E così, mentre nel paese e nelle frazioni cresce il malcontento per una decisione della giunta Formica, che appare ai più dissennata (un paese senza scuola è destinato a morire; quale coppia comprerebbe una casa in una cittadina senza nemmeno la scuola?), ecco che entra in campo il precedente sindaco, Giuseppe Mariani, che dall'alto del suo seggio di assessore provinciale (nella cui giunta è presente anche un altro ex sindaco di Roccafluvione, Pasquale Allevi) scrive sul gruppo facebook "Noi siamo per il polo scolastico di Capodipiano" - "Pur rimanendo assolutamente convinto nella bontà della scelta, credo sia giusto sentire tutti i genitori degli alunni e le famiglie che avranno presumibilmente, nei prossimi anni, bimbi in età scolastica, nei prossimi 10/15 anni almeno."... "MA FARE UNA SORTA DI REFERENDUM che renderebbe più facile i lavori delle istituzioni".

Ora considerato che Mariani, da politico accorto qual'è, non può non sapere che i cittadini di Roccafluvione sono in stragrande maggioranza assolutamente contrari alla chiusura della sede storica della scuola, nel centro del paese, la richiesta di un referendum tra i genitori degli allievi non può significare altro che la messa in mora della giunta attuale, in vista delle prossime elezioni di primavera. Si vocifera intanto di grandi ritorni. Filtrano da ambienti solitamente bene informati, voci che parlano di un ex sindaco pronto a ricandidarsi. Si tratta forse di Albertini? Allevi? Lo stesso Mariani? Le scommesse sono aperte.

domenica 29 dicembre 2013

Pericolo di crolli nella scuola di Roccafluvione?

Una situazione di allarme si è registra tra alcuni genitori degli allievi della scuola di Roccafluvione, dopo le dichiarazioni del sindaco Formica, in Consiglio Comunale, venerdì 27 dicembre, quando, interpellato dall'opposizione per giustificare la scelta di chiudere la scuola del centro del paese, per costruirne una nuova in territorio di Venarotta, ha testualmente dichiarato, rivolto ai consiglieri dell'opposizione: "I nostri edifici scolastici sono stati costruiti più di 50 anni fa e dal punto di vista energetico, sono il peggio che possa esistere. La nostra scuola si trova in condizione di non sicurezza. Volete permettere quindi ai nostri ragazzi, i nostri figli, i nostri nipoti, di continuare ad andare in una scuola che non è sicura?"  Per aggiungere subito dopo una breve pausa:  "Tanto a voi che vi interessa se là viene un terremoto e ammazza le persone?"

Il consigliere di opposizione Guido Ianni ha immediatamente chiesto di mettere a verbale la dichiarazione, e siamo a conoscenza del fatto che esistano anche registrazioni. La sorprendente affermazione ha, comprensibilmente, creato un certo allarme tra i genitori presenti, e di conseguenza in paese, dove alcuni paventano la possibilità di non mandare a scuola i propri figli alla ripresa delle lezioni.

E' opportuno a questo punto che vengano accertare le reali condizioni dell'edificio scolastico di Roccafluvione, sul quale nessuno, fino ad oggi, aveva avanzato preoccupazioni di sorta sulla sua sicurezza, nonostante la diffusa consapevolezza che le recenti normative in materia di edilizia scolastica richiedano degli adeguamenti per corrispondere alle nuove norme introdotte.

E' utile ricordare che il Sindaco è l'unico responsabile della 'saluta pubblica', delegato dal Governo, e che per questo la Legge gli consente di fare ordinanze d'urgenza di ogni tipo, per cui, qualora ritenesse che la scuola non sia sicura avrebbe l'obbligo di emettere un'ordinanza e imporne la chiusura.

E' opportuno a questo punto che i partiti di opposizione di Roccafluvione chiedano al prefetto di provvedere con urgenza e comunque prima della ripresa delle lezioni, dopo la pausa natalizia, a far verificare le reali condizioni della scuola, e qualora le condizioni dell’edificio scolastico risultino essere quelle paventate pubblicamente dal Sindaco Marcello Formica, stante il conseguente grave pericolo per l’incolumità degli studenti della scuola di Roccafluvione, a voler sollecitare lo stesso ad adempiere ai dettami degli artt. 50 e 54 del Decreto Legislativo 267/2000 (relativi alle competenze del sindaco) - ovvero a voler provvedere lui stesso, in surroga, direttamente con apposita ordinanza.

Quello che non è accettabile è che i bambini di Roccafluvione tornino a frequentare le lezioni in una scuola dichiarata "non sicura".

venerdì 27 dicembre 2013

L'umiliazione di essere governati da gente così. Il racconto del Consiglio Comunale di oggi

Si è tenuto oggi a Roccafluvione, all'insolito orario delle 12, il consiglio comunale che aveva all'ordine del giorno l'interrogazione dell'opposizione che chiedeva chiarimenti e specifiche sulla decisione dell'amministrazione locale, di chiudere la scuola del centro in favore della costruzione di un nuovo plesso nel territorio del comune di Venarotta. C'era anche una folta rappresentanza di cittadini, quasi tutti aderenti al Comitato che si oppone a questa scelta che, non solo a loro, appare dissennata.

Dallo svolgimento del Consiglio, abbiamo capito che il faraonico progetto del Nuovo Plesso Scolastico avrebbe un costo complessivo di circa 6 milioni di euro. Basterebbero però solo 1.700.000 euro per realizzare la parte del progetto che riguarda la costruzione dell'edificio dove si terrebbero le lezioni per due sezioni distinte, sia della scuola elementare che media. I restanti 4.300.000 euro, necessari per portare a termine il progetto, sarebbero necessari per dotare la scuola di alcuni servizi quali la palestra e la mensa, ma soprattutto per fare della campagna di Capodipiano una specia dei Città della Cultura, tipo Città delle Culture a Barcellona per intenderci. O la Città della Scienza a Valencia.

Sono previste infatti, in questo progetto, la costruzione di un teatro, niente-poco-di-meno che di un auditorium, di una discoteca, che se non è quella in cui i ragazzi vanno a ballare dovrebbe per forza di cose essere quella che conterrà un certo numero di dischi, una sala prove per le registrazioni dei numerosi musicisti locali, e - udite! udite! - un internet point! Qualcosa che appartiene al Jurassik Park delle comunicazione nel momento in cui anche gli scolari delle elementari hanno quasi tutti uno smartphone. Uno si sarebbe aspettato che avessero parlato di un'area vasta coperta dal wi-fi, un wimax che portasse una velocità di collegamento che adesso ci sognamo. Niente affatto. Il progetto prevede uno di quegli stanzini con tavolini e computer dove si paga un euro all'ora per collegarsi ad internet, roba che forse ancora si trova nel Congo e nella Guinea Equatoriale e forse anche in Mongolia, ma che dalle nostre parti appartiene alla lontana preistoria.

La prima cosa che viene da pensare è che, qualora questo sogno ad occhi aperti venisse veramente finanziato (non dimentichiamo che si è partiti dalla presunta necessità di evitare la chiusura della scuola di Venarotta, e forse anche di Roccafluvione), i costi di gestione farebbero impallidire un comune delle dimensioni di città come Ancona, ma non Venarotta, né Roccafluvione, che comunque ci hanno presentato questo progetto come una ottimizzazione delle spese che consentirebbe risparmi considerevoli (sic).

Dunque, per costruire la scuola ci vorrebbero 1.700.000 euro. Sono stati promessi finanziamenti per una parte, quella restante, poco meno di 400.000 euro, sarebbe a carico delle casse comunali di Venarotta e Roccafluvione.

Ma abbiamo appreso anche un'altra cosa interessantissima: che per mettere a norma il plesso esistente a Roccafluvione,basterebbero meno di 260.000 euro. Il sindaco però ha detto che per ben due volte in 5 anni, hanno presentato un progetto per mettere a norma la scuola, ma in nessuna delle due occasioni è stato accordato loro alcun finanziamento. Da qui la decisione di accorparsi con Venarotta e lanciare l'idea (molto ardita) di costruire una specie di città della cultura, in aperta campagna, tra due comuni in via di spopolamento, sperando che qualcuno regali loro 6 milioni di euro con cui ingrassare una piccola pletora di ditte locali che possano costituire un succulento bottino di voti.

Altre spiegazioni di fronte a questa irrazionalità non riesco a trovarle.

Ma le sorprese non sono finite qui. Incalzato dal consigliere di opposizione Guido Ianni, che ha ripetutamente chiesto quale sarà la destinazione futura degli edifici che ospitano le attuali scuole di Roccafluvione, il sindaco ha ribadito che nessuna decisione è stata presa e che questa sarà presa dal prossimo consiglio che sarà eletto nella prossima primavera. Il consigliere Ianni, ha fatto notare, che sarebbe stato logico supporre che la giunte avesse un'idea su cosa fare di un'edificio enorme, circondato da ampi cortili, al centro di Roccafluvione, ma il sindaco ha riaffermato che non è possibile prendere una decisione mentre quegli edifici ospitano tanti bambini che fanno lezione.

Abbiamo visto gli occhi sbarrati del consigliere Ianni e del pubblico che assisteva in sala e che si scambiava occhiate di perplessità. Richiesto di chiarire, il sindaco ha ribadito il concetto con l'inopinabile consenso della segretaria comunale, che, non si capisce a quale titolo, è intervenuta a sua volta sostenendo che"non si può decidere del futuro di una scuola mentre dentro ci stanno i bambini che stanno facendo lezione." Da non credere alle proprie orecchie ma chiunque sia stato presente potrà testimoniare.

Ma c'è una ultima perla, che il sindaco Formica ha aggiunto alla sua performance da annali della città, qualche nonno sicuramente racconterà ai nipoti della singolare logica di questo sindaco e della sua segretaria comunale, a scusante della quale vorrei riportare il fatto, che, come lei ha dichiarato, era sotto antibiotico e cortisone, per una infezione delle vie respiratorie. Non so dire se questo abbia tra gli effetti collaterali l'insorgere di momentanei stati confusionali...

Di fronte alla evidente povertà di argomenti con cui giustificare la richiesta alla comunità di 6 milioni di euro (!!!) a fronte di una spesa necessaria per la messa a norma dell'edificio di Roccafluvione attualmente usato per le scuole della città, ammontante, in base ai calcoli dei tecnici incaricati dal comune stesso, a 260.000 euro, il sindaco Marcello Formica ha dichiarato: "E se domani il soffitto delle classi crollasse sulla testa dei nostri bambini in caso ci fosse un terremoto, chi se ne assumerebbe la responsabilità?"

Caro sindaco, noi ancora ci chiediamo chi si sia assunto la responsabilità di eleggerla a a ricoprire questo incarico insieme al suo gruppetto di assessori e consiglieri ossequianti. E che pena meriterebbero di scontare per averci inflitto questa umiliazione.

giovedì 26 dicembre 2013

Storia del Plesso 2 - La comunità montana ha finanziato 125.000 euro per comune, ma ora Montegallo non c'è più....

Il protocollo d'intesa di cui ho riferito nella prima puntata della Storia del Plesso, è stato approvato dal Consiglio Comunale di Roccafluvione n. 16 del 26 aprile 2010. Mentre la maggioranza ha approvato compatta, l'opposizione, guidata da Francesco Fabiani. si è astenuta. Quest'ultima, per bocca del suo capogruppo, non ha manifestato ostilità preconcetta al progetto dell'avveniristico nuovo Plesso di Capodipiano, ma si è limitata ad osservare che per temi di questa rilevanza per la collettività sarebbe stato opportuno che non la giunta decidesse, ma l'intero consiglio comunale. Il sindaco non ha recepito, del resto si sarebbe trattato di pura forma, disponendo la maggioranza, di numeri per fare approvare quello che vuole, ed essendo i consiglieri di maggioranza, sempre, in totale accordo con le proposte della giunta. Non si ricorda a memoria d'uomo un intervento di un consigliere di maggioranza in disaccordo con le proposte della giunta, almeno nel campo delle giunte di destra, come quella che governa adesso Roccafluvione.

Il 10 gennaio 2011, il consiglio comunale approva la convenzione, tra i comuni di Venarotta, Roccafluvione, Montegallo e Palmiano, per la realizzazione e gestione del Plesso Scolastico intercomunale in località Capodipiano di Venarotta.

Il Consiglio comunale "rileva" che "la Comunità Montana del Tronto ha approvato un programma di investimenti che prevede la compartecipazione finanziaria della Comunità Montana stessa per un importo di 125.000 euro a carico di ciascuno dei 4 comuni" (Venarotta Montegallo, Roccafluvione e Palmiano) "il quale prevede la realizzazione di un plesso scolastico da localizzarsi nel territorio di Venarotta".

Si deve rilevare tra l'altro che per concedere il finanziamento la Comunità Montana, presieduta dall'aspirante nuovo sindaco di Venarotta Maria Anna Perotti, è richiesta la stipula di una convenzione tra i quattro comuni, che è presentata al consiglio per l'approvazione.

La convenzione stabilisce che la Comunità Montana ha deciso l'erogazione di 125.000 euro per ciascun comune; che la rappresentanza dei 4 comuni associati spetta a Venarotta; che i 4 comuni stabiliscono di aderire al progetto in forma associata; che i 4 comuni hanno stabilito che la realizzazione del plesso comprenda scuola d'infanzia, primaria, e secondaria di primo grado con annessi servizi accessori (mensa, palestra...); che occorre stipulare tra i 4 comuni apposita convenzione che identifichi il soggetto capofila.

Tutto ciò premesso si stipula che i 4 comuni si impegnano a costruire e gestire il plesso in forma associata e Venarotta è capofila del progetto; che "l'opera verrà inserita, per comune intento degli enti associati, all'interno del programma promosso dalla Comunità Montana (...) potendo in tal modo usufruire di un finanziamento complessivo di 500.000 euro, pari a euro 125.000 per ogni comune associato". Si specifica successivamente che gli importi necessari residui saranno conseguiti con altri finanziamenti o con il ricorso al credito.

Questo quanto previsto dalla convenzione. C'è da rilevare che successivamente alla stipula di questa convenzione il comune di Montegallo si tira fuori dall'accordo e dalle convenzioni stipulate. Ora la domanda che tutti si fanno è: che ne sarà dei 125.000 euro, in quota Montegallo, nel programma di investimenti della Comunità Montana del Tronto assegnati al plesso? Sembrerebbe del tutto logico che non siano più erogati, essendo questi parte di investimenti spettanti al comune di Montegallo, che con questo progetto non c'entra più niente. Ma che valore giuridico avranno i protocolli d'intesa e le convenzioni, nonché i finanziamenti erogati in virtù dell'associazione di 4 comuni che poi diventano tre?




Storia del Plesso 1 - Venarotta ha usurpato il ruolo di comune capofila del progetto per il nuovo plesso scolastico

Storia del Plesso - Capitolo Primo
 30 gennaio 2010 - I 4 comuni della valle del Fluvione firmano un protocollo d'intesa e con un vizio di forma assegnano a Venarotta il ruolo di comune capofila del progetto

La strada accidentata del progetto per la costruzione del Plesso scolastico di Capodipiano ha inizio,  in forma ufficiale, il 30 gennaio del 2010, quando i sindaci dei comuni di Venarotta, Roccafluvione, Montegallo e Palmiano firmano un Protocollo d'Intesa " per istituire un sistema permanente di consultazione per la Cooperazione nella risoluzione dei problemi di interesse comune". 

Il Dirigente Scolastico  prof.ssa Roberta Brandozzi
Il Sindaco di  Venarotta   
Emidio Sciamanna
I quattro sindaci, dopo avere elencato le circostanze che hanno messo in crisi l'erogazione dei servizi che sono chiamati a fornire, per la contrazione dei trasferimenti pubblici verso le amministrazioni locali, al fine di ottimizzare la gestione delle risorse, decidono di "dare vita ad un sistema di consultazione permanente finalizzata a ricercare soluzioni positive" nei vari settori di cui sono competenti.

Dopo una ampia e molto generica disamina "del quadro complessivo di riferimento", il documento che sembrerebbe preludere a decisioni di portata storica, quale la possibile unione delle 4 municipalità, si sofferma su una eventualità: la possibilità che vengano meno le deroghe previste per gli istituti scolastici delle zone montane che consentono loro di rimanere funzionanti, nonostante il numero degli studenti possa essere inferiore alla soglia minima prevista per gli istituti che non operano in aree geografiche disagiate come quelle montane.

A fronte di questa eventualità, i 4 sindaci "convengono sull'esigenza di elaborare un progetto per la difesa dell'attuale assetto amministrativo e didattico-educativo" qualora vengano meno le deroghe vigenti.

La firma del Protocollo d’intesa tra l’Amministrazione provinciale, 

la Comunità Montana del Tronto ed i Comuni di Venarotta, 
Roccafluvione, Montegallo e Palmiano per la realizzazione di un 
plesso scolastico intercomunale in località Capodipiano di Venarotta
Quello che si presentava come un patto di consultazione, si rivela la messa nero su bianco per un accordo già definito nelle sue finalità e modalità di esecuzione. I nostri 4 prodi si immaginano un polo scolastico unificato che garantisca un'offerta "che vada dalla scuola d'infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo grado" attraverso "la creazione di una cittadella della cultura comprensiva anche di ludoteca, biblioteca con internet point, sala prove per gruppi musicali e corsi di musica, teatro, cinema, discoteca, sala convegni, area esposizioni con servizi di trasporto extrascolastico". Una specie di libro dei sogni. I soldi si dice che saranno trovati "attraverso una peculiarità di soluzioni". Sorge spontanea la curiosità di sapere a che cosa avranno pensato. I sindaci di alcuni comuni confinanti ritengono che questa "peculiarità" sia consistita i una serie di forzature (ma questo sarà oggetto di uno dei successivi capitoli).

Si conviene inoltre che l'intera gestione del progetto verrà affidata al comune capofila del progetto. E quale sarà il comune capofila del progetto? Si decide che sarà quello che metterà a disposizione le aree su cui sorgerà il plesso. E qui, possiamo notare a posteriori che il comune di Venarotta ha offerto aree di sua proprietà per la costruzione del plesso,  con conseguente elezione a comune capofila del progetto. 

Il sindaco di Roccafluvione Marcello Formica con
l'assessore regionale Antonio Canzian
C'è però un piccolo particolare. Successivamente è stato deciso, si suppone di comune accordo, che le aree offerte dal comune che prima erano eccellenti, e "piene di luce e visione panoramica" per utilizzare le parole dell'assessore alla cultura di Roccafluvione Anna Cecilia Poletti, non andavano più bene. Si decide di utilizzarne della altre, da espropriare allla modica cifra di 7 euro al metro quadro. Erano terreni agricoli e ne valevano 1 fino a poco tempo prima... Ma non importa. Le cose cambiano. Conclusione. Il comune dio Venarotta è il capofila del progetto non per avere messo a disposizione, come convenuto, le aree su cui sarebbe sorto il plesso, ma solo per averlo annunciato. Di fatto il plesso sorgerà altrove.  E come mai? E' la domanda inevitabile. Ebbene, si è risposto che le nuove aree sono più vicine di qualche centinaia di metri a Roccafluvione....

Dobbiamo dedurre che il comune capofila è tale per un vizio di forma. Il sindaco di Rocafluvione Marcello Formica, che come è noto, non appare molto impegnato nella difesa degli interessi dei cittadini che amministra, non trova niente da obiettare.  

Infine nell'accordo c'è un'affermazione che fa immediatamente drizzare le antenne a chiunque abbia un po' di esperienza in materia di appalti pubblici: "la metodologia dell'affidamento dei lavori e della realizzazione dell'opera dovrà rispondere  a criteri di velocizzazione massima". Che significa? Niente gare di appalto, ma trattativa privata per affidare i lavori. 

Ma il gioco è ormai scoperto. A Roccafluvione c'è un comitato di cittadini pronto a vigilare su ogni singolo passo che questi amministratori un po' rampanti, e molto principianti, compiranno. E non mancheremo di tenervene informati.

La storia è solo agli inizi, ed ovviamente continua..... questo succedeva nel lontano 30 gennaio del 2010.

mercoledì 25 dicembre 2013

Formica e Perotti: addio sogni di gloria

Nubi oscure si addensano all'orizzonte del progetto dell nuovo plesso scolastico di Capodipiano che dovrebbe riunire, nelle intenzioni degli amministratori di Venarotta e Roccafluvione, le rispettive scuole, con conseguente chiusura delle scuole del centro.

Mentre a livello ufficiale tutto tace, filtrano indiscrezioni, che saranno presto di dominio pubblico, su una situazione estremamente complicata introno alla prossima programmata realizzazione del plesso scolastico di Capodipiano. Il progetto, che sarebbe dovuto essere il fiore all'occhiello degli attuali partiti di maggioranza di Roccafluvione e Venarotta alle elezioni comunali del prossimo anno, è ancora in alto mare, dopo che quello redatto dai tecnici incaricati della provincia di Ascoli Piceno, è stato sdegnosamente restituito al mittente dagli attuali amministratori che hanno legato proprio futuro politico alla realizzazione di questo complesso che avrebbe comportato una bella torta da distribuire alle ditte locali. Ma troppe cose non hanno funzionato. 

In primo luogo il sospetto comportamento della giunta di Roccafluvione che sembra abbia voluto ammantare il progetto che comportava la chiusura della scuola al centro di Roccafluvione, in un alone di mistero, comprensibile del resto se si considera l'ostilità della popolazione alla chiusura della propria scuola, sulla quale, tra l'altro, sono stati spesi, negli anni recenti, importi consistenti per la progressiva messa a norma dell'edificio. Una petizione popolare lanciata dal consigliere di minoranza Guido Ianni, e fatta propria da un comitato costituitosi ad hoc, ha raccolto più di 700 firme, con adesioni pressoché corali di tutte le persone interpellate. In pratica a volere la chiusura della scuola storica di Roccafluvione c'è solo la giunta che amministra la cittadina, e alcuni dei loro familiari.

Diverso è stato il comportamento del comune di Venarotta che fin dal principio ha messo in bilancio la spesa per la realizzazione del Plesso e ha avviato una informazione diffusa con la propria popolazione. Ovviamente la loro posizione è molto più facile, in quanto la scuola resterebbe nel loro territorio mentre per i cittadini di Roccafluvione, l'accettazione del trasferimento a Capodipiano appare come una vera e propria svendita del proprio paese. 

In ogni caso, gli amministratori di Roccafluvione, o più precisamente, l'unico assessore che sembra dotato della capacità di interloquire con i cittadini, l'assessore con delega alla scuola e alla cultura Anna Cecilia Poletti, ha, da un lato prospettato la probabilità, sia da parte di Venarotta che di Roccafluvione, di perdere la propria scuola per la diminuzione della popolazione scolastica, dall'altro ha decantato le virtù di un nuovo complesso scolastico che si presentava quasi con le caratteristiche di un campus universitario, con indefinite ma vastissime possibilità di sviluppo.

Va rilevato però, che il progetto è finanziato solo in parte e l'Italia è il paese delle opere incompiute... In ogni caso a fronte di un importo complessivo previsto per la realizzazione dell'opera di svariati milioni di euro, solo una piccola parte è al momento finanziata,  e dovrebbe essere sufficiente a realizzare le aule per le classi elementari e medie dei due comuni interessati, rinviando a future disponibilità la prosecuzione dei lavori, ed indebitando comunque i due comuni per un importo complessivo da dividere in due di circa 400.000 euro. 

Ma ecco che mentre l'assessore Poletti, dopo le rimostranze dei cittadini sui social network per la mancata informazione alla cittadinanza sui progetti di chiusura della scuola del comune, aveva promesso che entro novembre sarebbe stata ampia illustrazione del progetto, con dati e tecnici competenti a spiegare ogni dettaglio, arriva il progetto. Era la fine di novembre e gli amministratori, appena ne prendono visione sono tutti sotto shock. Il progetto prevede una sezione unica, sia per le classi elementari che medie. La scelta dei tecnici della provincia è più che logica, Sommati, gli allievi dei due comuni non superano in nessuna classe il numero di 30, né le proiezioni future lasciano presagire un incremento degli allievi, per cui hanno ovviamente ritenuto di redarre un progetto con una classe unica. Uno dei motivi sbandierati dall'assessore Poletti per giustificare la chiusura della scuola del centro e il trasferimento a Capodipiano, era proprio il fatto che avremmo altrimenti perso alcune ore di insegnamento e parte del personale docente e non docente impiegato nella scuola, In questo modo, il personale veniva invece praticamente dimezzato, nonostante lo stesso assessore Poletti avesse più volte ribadito che le sezioni sarebbero state due.

Un esempio dei fallimentari investimenti, del Comune di 
Roccafluvione: Il Centro Tartuficolo di Valcinante, 
abbandonato all'incuria. Costo per la comunità 150.000 euro
Adesso i tecnici della provincia si trovano a ricominciare da capo e con gli stessi soldi devono raddoppiare il numero delle classi, che da otto dovranno diventare 16, e si dovranno comprare un numero doppio di banchi  e di sedie e di scrivanie, si dovranno prevedere servizi per due sezioni etc... etc... Una modifica di questa entità, in uno stabile di cui si realizzeranno quasi solo le classi perchè si spenderà solo un terzo della somma prevista per l'intero plesso, e quindi ridotto all'osso, con gli stessi soldi disponibili, non si può certamente solo "modificare". Va semplicemente rifatto, con tanti auguri ai progettisti. Il loro lavoro non sarà facile, ma questo aspetto lo approfondiremo quando vedremo il progetto. 

Questi erano i problemi fino a fine novembre, mentre adesso se ne addensano di molto più seri e inquietanti. Sembrerebbe che per approvare questo progetto siano state commesse irregolarità che hanno danneggiato altri progetti di altri comuni che stanno per scendere sul piede di guerra. L'accusa più grave sembrerebbe essere che ci siano stati cumuli di finanziamenti sullo stesso progetto che hanno fatto sforare il tetto massimo concedibile. Quesiti in tal senso stanno per piovere in regione da alcuni dei comuni interessati, e l'assessore Canzian dovrà essere molto convincente nel giustificare le sue scelte, ed evitare l'interessamento della Corte dei Conti. La Regione Marche si trova anche nella difficile situazione di finanziare un progetto di accorpamento di scuole contro la volontà della popolazione interessata. I sindaci dei comuni che si ritengono danneggiati dall'erogazione di questo finanziamento per la costruzione del Nuovo Plesso Scolastico di Capodipiano, sono sicuri che il finanziamento possa essere revocato. E hanno cominciato a muovere le loro pedine.

Queste nubi non fanno dormire sonni tranquilli al sindaco di Roccafluvione Marcello Formica che rischia di dover fronteggiare una rivolta dei suoi cittadini qualora la scuola di Roccafluvione dovesse realmente venire chiusa, come nei suoi progetti, ma ancora più insonni cominceranno ad essere le notti della presidente della Comunità Montana del Tronto Maria Anna Perotti, di cui si dice, ambisca alla poltrone di sindaco di Venarotta e contava di poter portare in dote la realizzazione di una nuova scuola sul territorio del suo comune, valorizzando la zona di Capodipiano, per l'inevitabile indotto che la scuola si porterebbe dietro, piccoli negozi, servizi, e il valore dei terreni adiacenti decuplicati, oltre che delle abitazioni, insomma, una specie di vincita alla lotteria per Venarotta. Quello che nessuno riesce a comprendere è come mai il comune di Roccafluvione sostenga questa progetto in cui i cittadini del suo comune hanno tutto da perdere: quale coppia comprerebbe la casa in un paese dove non c'è neanche la scuola?