domenica 29 dicembre 2013

Pericolo di crolli nella scuola di Roccafluvione?

Una situazione di allarme si è registra tra alcuni genitori degli allievi della scuola di Roccafluvione, dopo le dichiarazioni del sindaco Formica, in Consiglio Comunale, venerdì 27 dicembre, quando, interpellato dall'opposizione per giustificare la scelta di chiudere la scuola del centro del paese, per costruirne una nuova in territorio di Venarotta, ha testualmente dichiarato, rivolto ai consiglieri dell'opposizione: "I nostri edifici scolastici sono stati costruiti più di 50 anni fa e dal punto di vista energetico, sono il peggio che possa esistere. La nostra scuola si trova in condizione di non sicurezza. Volete permettere quindi ai nostri ragazzi, i nostri figli, i nostri nipoti, di continuare ad andare in una scuola che non è sicura?"  Per aggiungere subito dopo una breve pausa:  "Tanto a voi che vi interessa se là viene un terremoto e ammazza le persone?"

Il consigliere di opposizione Guido Ianni ha immediatamente chiesto di mettere a verbale la dichiarazione, e siamo a conoscenza del fatto che esistano anche registrazioni. La sorprendente affermazione ha, comprensibilmente, creato un certo allarme tra i genitori presenti, e di conseguenza in paese, dove alcuni paventano la possibilità di non mandare a scuola i propri figli alla ripresa delle lezioni.

E' opportuno a questo punto che vengano accertare le reali condizioni dell'edificio scolastico di Roccafluvione, sul quale nessuno, fino ad oggi, aveva avanzato preoccupazioni di sorta sulla sua sicurezza, nonostante la diffusa consapevolezza che le recenti normative in materia di edilizia scolastica richiedano degli adeguamenti per corrispondere alle nuove norme introdotte.

E' utile ricordare che il Sindaco è l'unico responsabile della 'saluta pubblica', delegato dal Governo, e che per questo la Legge gli consente di fare ordinanze d'urgenza di ogni tipo, per cui, qualora ritenesse che la scuola non sia sicura avrebbe l'obbligo di emettere un'ordinanza e imporne la chiusura.

E' opportuno a questo punto che i partiti di opposizione di Roccafluvione chiedano al prefetto di provvedere con urgenza e comunque prima della ripresa delle lezioni, dopo la pausa natalizia, a far verificare le reali condizioni della scuola, e qualora le condizioni dell’edificio scolastico risultino essere quelle paventate pubblicamente dal Sindaco Marcello Formica, stante il conseguente grave pericolo per l’incolumità degli studenti della scuola di Roccafluvione, a voler sollecitare lo stesso ad adempiere ai dettami degli artt. 50 e 54 del Decreto Legislativo 267/2000 (relativi alle competenze del sindaco) - ovvero a voler provvedere lui stesso, in surroga, direttamente con apposita ordinanza.

Quello che non è accettabile è che i bambini di Roccafluvione tornino a frequentare le lezioni in una scuola dichiarata "non sicura".

venerdì 27 dicembre 2013

L'umiliazione di essere governati da gente così. Il racconto del Consiglio Comunale di oggi

Si è tenuto oggi a Roccafluvione, all'insolito orario delle 12, il consiglio comunale che aveva all'ordine del giorno l'interrogazione dell'opposizione che chiedeva chiarimenti e specifiche sulla decisione dell'amministrazione locale, di chiudere la scuola del centro in favore della costruzione di un nuovo plesso nel territorio del comune di Venarotta. C'era anche una folta rappresentanza di cittadini, quasi tutti aderenti al Comitato che si oppone a questa scelta che, non solo a loro, appare dissennata.

Dallo svolgimento del Consiglio, abbiamo capito che il faraonico progetto del Nuovo Plesso Scolastico avrebbe un costo complessivo di circa 6 milioni di euro. Basterebbero però solo 1.700.000 euro per realizzare la parte del progetto che riguarda la costruzione dell'edificio dove si terrebbero le lezioni per due sezioni distinte, sia della scuola elementare che media. I restanti 4.300.000 euro, necessari per portare a termine il progetto, sarebbero necessari per dotare la scuola di alcuni servizi quali la palestra e la mensa, ma soprattutto per fare della campagna di Capodipiano una specia dei Città della Cultura, tipo Città delle Culture a Barcellona per intenderci. O la Città della Scienza a Valencia.

Sono previste infatti, in questo progetto, la costruzione di un teatro, niente-poco-di-meno che di un auditorium, di una discoteca, che se non è quella in cui i ragazzi vanno a ballare dovrebbe per forza di cose essere quella che conterrà un certo numero di dischi, una sala prove per le registrazioni dei numerosi musicisti locali, e - udite! udite! - un internet point! Qualcosa che appartiene al Jurassik Park delle comunicazione nel momento in cui anche gli scolari delle elementari hanno quasi tutti uno smartphone. Uno si sarebbe aspettato che avessero parlato di un'area vasta coperta dal wi-fi, un wimax che portasse una velocità di collegamento che adesso ci sognamo. Niente affatto. Il progetto prevede uno di quegli stanzini con tavolini e computer dove si paga un euro all'ora per collegarsi ad internet, roba che forse ancora si trova nel Congo e nella Guinea Equatoriale e forse anche in Mongolia, ma che dalle nostre parti appartiene alla lontana preistoria.

La prima cosa che viene da pensare è che, qualora questo sogno ad occhi aperti venisse veramente finanziato (non dimentichiamo che si è partiti dalla presunta necessità di evitare la chiusura della scuola di Venarotta, e forse anche di Roccafluvione), i costi di gestione farebbero impallidire un comune delle dimensioni di città come Ancona, ma non Venarotta, né Roccafluvione, che comunque ci hanno presentato questo progetto come una ottimizzazione delle spese che consentirebbe risparmi considerevoli (sic).

Dunque, per costruire la scuola ci vorrebbero 1.700.000 euro. Sono stati promessi finanziamenti per una parte, quella restante, poco meno di 400.000 euro, sarebbe a carico delle casse comunali di Venarotta e Roccafluvione.

Ma abbiamo appreso anche un'altra cosa interessantissima: che per mettere a norma il plesso esistente a Roccafluvione,basterebbero meno di 260.000 euro. Il sindaco però ha detto che per ben due volte in 5 anni, hanno presentato un progetto per mettere a norma la scuola, ma in nessuna delle due occasioni è stato accordato loro alcun finanziamento. Da qui la decisione di accorparsi con Venarotta e lanciare l'idea (molto ardita) di costruire una specie di città della cultura, in aperta campagna, tra due comuni in via di spopolamento, sperando che qualcuno regali loro 6 milioni di euro con cui ingrassare una piccola pletora di ditte locali che possano costituire un succulento bottino di voti.

Altre spiegazioni di fronte a questa irrazionalità non riesco a trovarle.

Ma le sorprese non sono finite qui. Incalzato dal consigliere di opposizione Guido Ianni, che ha ripetutamente chiesto quale sarà la destinazione futura degli edifici che ospitano le attuali scuole di Roccafluvione, il sindaco ha ribadito che nessuna decisione è stata presa e che questa sarà presa dal prossimo consiglio che sarà eletto nella prossima primavera. Il consigliere Ianni, ha fatto notare, che sarebbe stato logico supporre che la giunte avesse un'idea su cosa fare di un'edificio enorme, circondato da ampi cortili, al centro di Roccafluvione, ma il sindaco ha riaffermato che non è possibile prendere una decisione mentre quegli edifici ospitano tanti bambini che fanno lezione.

Abbiamo visto gli occhi sbarrati del consigliere Ianni e del pubblico che assisteva in sala e che si scambiava occhiate di perplessità. Richiesto di chiarire, il sindaco ha ribadito il concetto con l'inopinabile consenso della segretaria comunale, che, non si capisce a quale titolo, è intervenuta a sua volta sostenendo che"non si può decidere del futuro di una scuola mentre dentro ci stanno i bambini che stanno facendo lezione." Da non credere alle proprie orecchie ma chiunque sia stato presente potrà testimoniare.

Ma c'è una ultima perla, che il sindaco Formica ha aggiunto alla sua performance da annali della città, qualche nonno sicuramente racconterà ai nipoti della singolare logica di questo sindaco e della sua segretaria comunale, a scusante della quale vorrei riportare il fatto, che, come lei ha dichiarato, era sotto antibiotico e cortisone, per una infezione delle vie respiratorie. Non so dire se questo abbia tra gli effetti collaterali l'insorgere di momentanei stati confusionali...

Di fronte alla evidente povertà di argomenti con cui giustificare la richiesta alla comunità di 6 milioni di euro (!!!) a fronte di una spesa necessaria per la messa a norma dell'edificio di Roccafluvione attualmente usato per le scuole della città, ammontante, in base ai calcoli dei tecnici incaricati dal comune stesso, a 260.000 euro, il sindaco Marcello Formica ha dichiarato: "E se domani il soffitto delle classi crollasse sulla testa dei nostri bambini in caso ci fosse un terremoto, chi se ne assumerebbe la responsabilità?"

Caro sindaco, noi ancora ci chiediamo chi si sia assunto la responsabilità di eleggerla a a ricoprire questo incarico insieme al suo gruppetto di assessori e consiglieri ossequianti. E che pena meriterebbero di scontare per averci inflitto questa umiliazione.

giovedì 26 dicembre 2013

Storia del Plesso 2 - La comunità montana ha finanziato 125.000 euro per comune, ma ora Montegallo non c'è più....

Il protocollo d'intesa di cui ho riferito nella prima puntata della Storia del Plesso, è stato approvato dal Consiglio Comunale di Roccafluvione n. 16 del 26 aprile 2010. Mentre la maggioranza ha approvato compatta, l'opposizione, guidata da Francesco Fabiani. si è astenuta. Quest'ultima, per bocca del suo capogruppo, non ha manifestato ostilità preconcetta al progetto dell'avveniristico nuovo Plesso di Capodipiano, ma si è limitata ad osservare che per temi di questa rilevanza per la collettività sarebbe stato opportuno che non la giunta decidesse, ma l'intero consiglio comunale. Il sindaco non ha recepito, del resto si sarebbe trattato di pura forma, disponendo la maggioranza, di numeri per fare approvare quello che vuole, ed essendo i consiglieri di maggioranza, sempre, in totale accordo con le proposte della giunta. Non si ricorda a memoria d'uomo un intervento di un consigliere di maggioranza in disaccordo con le proposte della giunta, almeno nel campo delle giunte di destra, come quella che governa adesso Roccafluvione.

Il 10 gennaio 2011, il consiglio comunale approva la convenzione, tra i comuni di Venarotta, Roccafluvione, Montegallo e Palmiano, per la realizzazione e gestione del Plesso Scolastico intercomunale in località Capodipiano di Venarotta.

Il Consiglio comunale "rileva" che "la Comunità Montana del Tronto ha approvato un programma di investimenti che prevede la compartecipazione finanziaria della Comunità Montana stessa per un importo di 125.000 euro a carico di ciascuno dei 4 comuni" (Venarotta Montegallo, Roccafluvione e Palmiano) "il quale prevede la realizzazione di un plesso scolastico da localizzarsi nel territorio di Venarotta".

Si deve rilevare tra l'altro che per concedere il finanziamento la Comunità Montana, presieduta dall'aspirante nuovo sindaco di Venarotta Maria Anna Perotti, è richiesta la stipula di una convenzione tra i quattro comuni, che è presentata al consiglio per l'approvazione.

La convenzione stabilisce che la Comunità Montana ha deciso l'erogazione di 125.000 euro per ciascun comune; che la rappresentanza dei 4 comuni associati spetta a Venarotta; che i 4 comuni stabiliscono di aderire al progetto in forma associata; che i 4 comuni hanno stabilito che la realizzazione del plesso comprenda scuola d'infanzia, primaria, e secondaria di primo grado con annessi servizi accessori (mensa, palestra...); che occorre stipulare tra i 4 comuni apposita convenzione che identifichi il soggetto capofila.

Tutto ciò premesso si stipula che i 4 comuni si impegnano a costruire e gestire il plesso in forma associata e Venarotta è capofila del progetto; che "l'opera verrà inserita, per comune intento degli enti associati, all'interno del programma promosso dalla Comunità Montana (...) potendo in tal modo usufruire di un finanziamento complessivo di 500.000 euro, pari a euro 125.000 per ogni comune associato". Si specifica successivamente che gli importi necessari residui saranno conseguiti con altri finanziamenti o con il ricorso al credito.

Questo quanto previsto dalla convenzione. C'è da rilevare che successivamente alla stipula di questa convenzione il comune di Montegallo si tira fuori dall'accordo e dalle convenzioni stipulate. Ora la domanda che tutti si fanno è: che ne sarà dei 125.000 euro, in quota Montegallo, nel programma di investimenti della Comunità Montana del Tronto assegnati al plesso? Sembrerebbe del tutto logico che non siano più erogati, essendo questi parte di investimenti spettanti al comune di Montegallo, che con questo progetto non c'entra più niente. Ma che valore giuridico avranno i protocolli d'intesa e le convenzioni, nonché i finanziamenti erogati in virtù dell'associazione di 4 comuni che poi diventano tre?




Storia del Plesso 1 - Venarotta ha usurpato il ruolo di comune capofila del progetto per il nuovo plesso scolastico

Storia del Plesso - Capitolo Primo
 30 gennaio 2010 - I 4 comuni della valle del Fluvione firmano un protocollo d'intesa e con un vizio di forma assegnano a Venarotta il ruolo di comune capofila del progetto

La strada accidentata del progetto per la costruzione del Plesso scolastico di Capodipiano ha inizio,  in forma ufficiale, il 30 gennaio del 2010, quando i sindaci dei comuni di Venarotta, Roccafluvione, Montegallo e Palmiano firmano un Protocollo d'Intesa " per istituire un sistema permanente di consultazione per la Cooperazione nella risoluzione dei problemi di interesse comune". 

Il Dirigente Scolastico  prof.ssa Roberta Brandozzi
Il Sindaco di  Venarotta   
Emidio Sciamanna
I quattro sindaci, dopo avere elencato le circostanze che hanno messo in crisi l'erogazione dei servizi che sono chiamati a fornire, per la contrazione dei trasferimenti pubblici verso le amministrazioni locali, al fine di ottimizzare la gestione delle risorse, decidono di "dare vita ad un sistema di consultazione permanente finalizzata a ricercare soluzioni positive" nei vari settori di cui sono competenti.

Dopo una ampia e molto generica disamina "del quadro complessivo di riferimento", il documento che sembrerebbe preludere a decisioni di portata storica, quale la possibile unione delle 4 municipalità, si sofferma su una eventualità: la possibilità che vengano meno le deroghe previste per gli istituti scolastici delle zone montane che consentono loro di rimanere funzionanti, nonostante il numero degli studenti possa essere inferiore alla soglia minima prevista per gli istituti che non operano in aree geografiche disagiate come quelle montane.

A fronte di questa eventualità, i 4 sindaci "convengono sull'esigenza di elaborare un progetto per la difesa dell'attuale assetto amministrativo e didattico-educativo" qualora vengano meno le deroghe vigenti.

La firma del Protocollo d’intesa tra l’Amministrazione provinciale, 

la Comunità Montana del Tronto ed i Comuni di Venarotta, 
Roccafluvione, Montegallo e Palmiano per la realizzazione di un 
plesso scolastico intercomunale in località Capodipiano di Venarotta
Quello che si presentava come un patto di consultazione, si rivela la messa nero su bianco per un accordo già definito nelle sue finalità e modalità di esecuzione. I nostri 4 prodi si immaginano un polo scolastico unificato che garantisca un'offerta "che vada dalla scuola d'infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo grado" attraverso "la creazione di una cittadella della cultura comprensiva anche di ludoteca, biblioteca con internet point, sala prove per gruppi musicali e corsi di musica, teatro, cinema, discoteca, sala convegni, area esposizioni con servizi di trasporto extrascolastico". Una specie di libro dei sogni. I soldi si dice che saranno trovati "attraverso una peculiarità di soluzioni". Sorge spontanea la curiosità di sapere a che cosa avranno pensato. I sindaci di alcuni comuni confinanti ritengono che questa "peculiarità" sia consistita i una serie di forzature (ma questo sarà oggetto di uno dei successivi capitoli).

Si conviene inoltre che l'intera gestione del progetto verrà affidata al comune capofila del progetto. E quale sarà il comune capofila del progetto? Si decide che sarà quello che metterà a disposizione le aree su cui sorgerà il plesso. E qui, possiamo notare a posteriori che il comune di Venarotta ha offerto aree di sua proprietà per la costruzione del plesso,  con conseguente elezione a comune capofila del progetto. 

Il sindaco di Roccafluvione Marcello Formica con
l'assessore regionale Antonio Canzian
C'è però un piccolo particolare. Successivamente è stato deciso, si suppone di comune accordo, che le aree offerte dal comune che prima erano eccellenti, e "piene di luce e visione panoramica" per utilizzare le parole dell'assessore alla cultura di Roccafluvione Anna Cecilia Poletti, non andavano più bene. Si decide di utilizzarne della altre, da espropriare allla modica cifra di 7 euro al metro quadro. Erano terreni agricoli e ne valevano 1 fino a poco tempo prima... Ma non importa. Le cose cambiano. Conclusione. Il comune dio Venarotta è il capofila del progetto non per avere messo a disposizione, come convenuto, le aree su cui sarebbe sorto il plesso, ma solo per averlo annunciato. Di fatto il plesso sorgerà altrove.  E come mai? E' la domanda inevitabile. Ebbene, si è risposto che le nuove aree sono più vicine di qualche centinaia di metri a Roccafluvione....

Dobbiamo dedurre che il comune capofila è tale per un vizio di forma. Il sindaco di Rocafluvione Marcello Formica, che come è noto, non appare molto impegnato nella difesa degli interessi dei cittadini che amministra, non trova niente da obiettare.  

Infine nell'accordo c'è un'affermazione che fa immediatamente drizzare le antenne a chiunque abbia un po' di esperienza in materia di appalti pubblici: "la metodologia dell'affidamento dei lavori e della realizzazione dell'opera dovrà rispondere  a criteri di velocizzazione massima". Che significa? Niente gare di appalto, ma trattativa privata per affidare i lavori. 

Ma il gioco è ormai scoperto. A Roccafluvione c'è un comitato di cittadini pronto a vigilare su ogni singolo passo che questi amministratori un po' rampanti, e molto principianti, compiranno. E non mancheremo di tenervene informati.

La storia è solo agli inizi, ed ovviamente continua..... questo succedeva nel lontano 30 gennaio del 2010.

mercoledì 25 dicembre 2013

Formica e Perotti: addio sogni di gloria

Nubi oscure si addensano all'orizzonte del progetto dell nuovo plesso scolastico di Capodipiano che dovrebbe riunire, nelle intenzioni degli amministratori di Venarotta e Roccafluvione, le rispettive scuole, con conseguente chiusura delle scuole del centro.

Mentre a livello ufficiale tutto tace, filtrano indiscrezioni, che saranno presto di dominio pubblico, su una situazione estremamente complicata introno alla prossima programmata realizzazione del plesso scolastico di Capodipiano. Il progetto, che sarebbe dovuto essere il fiore all'occhiello degli attuali partiti di maggioranza di Roccafluvione e Venarotta alle elezioni comunali del prossimo anno, è ancora in alto mare, dopo che quello redatto dai tecnici incaricati della provincia di Ascoli Piceno, è stato sdegnosamente restituito al mittente dagli attuali amministratori che hanno legato proprio futuro politico alla realizzazione di questo complesso che avrebbe comportato una bella torta da distribuire alle ditte locali. Ma troppe cose non hanno funzionato. 

In primo luogo il sospetto comportamento della giunta di Roccafluvione che sembra abbia voluto ammantare il progetto che comportava la chiusura della scuola al centro di Roccafluvione, in un alone di mistero, comprensibile del resto se si considera l'ostilità della popolazione alla chiusura della propria scuola, sulla quale, tra l'altro, sono stati spesi, negli anni recenti, importi consistenti per la progressiva messa a norma dell'edificio. Una petizione popolare lanciata dal consigliere di minoranza Guido Ianni, e fatta propria da un comitato costituitosi ad hoc, ha raccolto più di 700 firme, con adesioni pressoché corali di tutte le persone interpellate. In pratica a volere la chiusura della scuola storica di Roccafluvione c'è solo la giunta che amministra la cittadina, e alcuni dei loro familiari.

Diverso è stato il comportamento del comune di Venarotta che fin dal principio ha messo in bilancio la spesa per la realizzazione del Plesso e ha avviato una informazione diffusa con la propria popolazione. Ovviamente la loro posizione è molto più facile, in quanto la scuola resterebbe nel loro territorio mentre per i cittadini di Roccafluvione, l'accettazione del trasferimento a Capodipiano appare come una vera e propria svendita del proprio paese. 

In ogni caso, gli amministratori di Roccafluvione, o più precisamente, l'unico assessore che sembra dotato della capacità di interloquire con i cittadini, l'assessore con delega alla scuola e alla cultura Anna Cecilia Poletti, ha, da un lato prospettato la probabilità, sia da parte di Venarotta che di Roccafluvione, di perdere la propria scuola per la diminuzione della popolazione scolastica, dall'altro ha decantato le virtù di un nuovo complesso scolastico che si presentava quasi con le caratteristiche di un campus universitario, con indefinite ma vastissime possibilità di sviluppo.

Va rilevato però, che il progetto è finanziato solo in parte e l'Italia è il paese delle opere incompiute... In ogni caso a fronte di un importo complessivo previsto per la realizzazione dell'opera di svariati milioni di euro, solo una piccola parte è al momento finanziata,  e dovrebbe essere sufficiente a realizzare le aule per le classi elementari e medie dei due comuni interessati, rinviando a future disponibilità la prosecuzione dei lavori, ed indebitando comunque i due comuni per un importo complessivo da dividere in due di circa 400.000 euro. 

Ma ecco che mentre l'assessore Poletti, dopo le rimostranze dei cittadini sui social network per la mancata informazione alla cittadinanza sui progetti di chiusura della scuola del comune, aveva promesso che entro novembre sarebbe stata ampia illustrazione del progetto, con dati e tecnici competenti a spiegare ogni dettaglio, arriva il progetto. Era la fine di novembre e gli amministratori, appena ne prendono visione sono tutti sotto shock. Il progetto prevede una sezione unica, sia per le classi elementari che medie. La scelta dei tecnici della provincia è più che logica, Sommati, gli allievi dei due comuni non superano in nessuna classe il numero di 30, né le proiezioni future lasciano presagire un incremento degli allievi, per cui hanno ovviamente ritenuto di redarre un progetto con una classe unica. Uno dei motivi sbandierati dall'assessore Poletti per giustificare la chiusura della scuola del centro e il trasferimento a Capodipiano, era proprio il fatto che avremmo altrimenti perso alcune ore di insegnamento e parte del personale docente e non docente impiegato nella scuola, In questo modo, il personale veniva invece praticamente dimezzato, nonostante lo stesso assessore Poletti avesse più volte ribadito che le sezioni sarebbero state due.

Un esempio dei fallimentari investimenti, del Comune di 
Roccafluvione: Il Centro Tartuficolo di Valcinante, 
abbandonato all'incuria. Costo per la comunità 150.000 euro
Adesso i tecnici della provincia si trovano a ricominciare da capo e con gli stessi soldi devono raddoppiare il numero delle classi, che da otto dovranno diventare 16, e si dovranno comprare un numero doppio di banchi  e di sedie e di scrivanie, si dovranno prevedere servizi per due sezioni etc... etc... Una modifica di questa entità, in uno stabile di cui si realizzeranno quasi solo le classi perchè si spenderà solo un terzo della somma prevista per l'intero plesso, e quindi ridotto all'osso, con gli stessi soldi disponibili, non si può certamente solo "modificare". Va semplicemente rifatto, con tanti auguri ai progettisti. Il loro lavoro non sarà facile, ma questo aspetto lo approfondiremo quando vedremo il progetto. 

Questi erano i problemi fino a fine novembre, mentre adesso se ne addensano di molto più seri e inquietanti. Sembrerebbe che per approvare questo progetto siano state commesse irregolarità che hanno danneggiato altri progetti di altri comuni che stanno per scendere sul piede di guerra. L'accusa più grave sembrerebbe essere che ci siano stati cumuli di finanziamenti sullo stesso progetto che hanno fatto sforare il tetto massimo concedibile. Quesiti in tal senso stanno per piovere in regione da alcuni dei comuni interessati, e l'assessore Canzian dovrà essere molto convincente nel giustificare le sue scelte, ed evitare l'interessamento della Corte dei Conti. La Regione Marche si trova anche nella difficile situazione di finanziare un progetto di accorpamento di scuole contro la volontà della popolazione interessata. I sindaci dei comuni che si ritengono danneggiati dall'erogazione di questo finanziamento per la costruzione del Nuovo Plesso Scolastico di Capodipiano, sono sicuri che il finanziamento possa essere revocato. E hanno cominciato a muovere le loro pedine.

Queste nubi non fanno dormire sonni tranquilli al sindaco di Roccafluvione Marcello Formica che rischia di dover fronteggiare una rivolta dei suoi cittadini qualora la scuola di Roccafluvione dovesse realmente venire chiusa, come nei suoi progetti, ma ancora più insonni cominceranno ad essere le notti della presidente della Comunità Montana del Tronto Maria Anna Perotti, di cui si dice, ambisca alla poltrone di sindaco di Venarotta e contava di poter portare in dote la realizzazione di una nuova scuola sul territorio del suo comune, valorizzando la zona di Capodipiano, per l'inevitabile indotto che la scuola si porterebbe dietro, piccoli negozi, servizi, e il valore dei terreni adiacenti decuplicati, oltre che delle abitazioni, insomma, una specie di vincita alla lotteria per Venarotta. Quello che nessuno riesce a comprendere è come mai il comune di Roccafluvione sostenga questa progetto in cui i cittadini del suo comune hanno tutto da perdere: quale coppia comprerebbe la casa in un paese dove non c'è neanche la scuola?

mercoledì 4 dicembre 2013

Se non piove e se non nevica, tutto sembra quasi normale a Roccafluvione

Oggi era il terzo giorno di isolamento della frazione in cui abito. Una seconda ondata di piogge, inframezzzata da una abbondantissima nevicata, ha letteralmente sommerso di frane alcune delle strade che portano alle frazioni. Qualche tratto è stato letteralmente spazzato via, sprofondando a valle. Ci vorranno mesi per ricostruirle.


Puntualmente, ogni volta che c'è un evento atmosferico di una certa entità, in queste frazioni manca l'energia elettrica. Ed è un vero problema. Non solo perché non vanno i riscaldamenti, che anche se collegati al camino a legna hanno bisogno della pompa per mandare in circolo l'acqua calda. Spesso, però, non è neppure possibile scaldarsi con il camino perchè la temperatura dell'acqua nella caldaia salirebbe troppo, e se andasse in ebollizione potrebbe saltare tutto l'impianto. 



Ma non si sta solo al freddo. Si vive nella costante preoccupazione di "quando tornerà", perchè ogni previdente famiglia di montagna è abituata a fare scorte di alimenti nei congelatori. In montagna durante l'inverno capita spesso di rimanere alcuni giorni tagliati fuori dalla neve, e i supermercati non sono esattamente dietro l'angolo. Per questa ragione si ha l'abitudine di avere sempre il congelatore ben fornito anche d'estate, per un ospite improvviso o la necessità di organizzare un pranzo per commensali numerosi e imprevisti. 


Quando manca l'elettricità, a tutti i disagi della privazione dei servizi a cui siamo abituati, si aggiunge l'ansia di dover magari buttare centinaia di euro di alimenti stoccati nei freezer, e la corrente manca davvero troppo spesso.


Certo c'è stato l'incendio più di 6 anni fa, molti alberi continuano a cadere addosso ai cavi delle linee elettriche, ma, appunto sono passati sei anni. Ci aspetteremmo anche che la nostra amministrazione si facesse portavoce dei disagi della comunità e in qualche modo sollecitasse la risoluzione di questo problema che rende l'utenze dell'energia elettrica garantita solo se non piove e se non nevica.


Ma davvero, aspettarsi una simile iniziativa dal comune di Roccafluvione sarebbe cosa alquanto fantasiosa. Basti pensare che con una decina di frazioni isolate per giorni, le strade che,  in qualche caso, continuavano a franare poche ore dopo che erano state riaperte, il comune non ha sentito la necessità nemmeno di prolungare di un'ora gli orari di qualche impiegato comunale, se non altro per dare qualche informazione sulla viabilità a chi avesse chiamato. 



Un'episodio, avvenuto ieri mattina, entrerà senz'altro nel libro dei record dell'amministrazione di Marcello Formica. Uno dei residenti in una frazione isolata, ha lasciato la macchina a circa 15 chilometri dalla frazione che doveva raggiungere e, mentre stava per incamminarsi a piedi è passato un tecnico dell'ufficio tecnico comunale, un geometra. Questo gli dice di comunicare, nei paesi che attraverserà per tornare a casa, che, chiunque avesse bisogno di qualche urgenza, alimenti, medicine, benzina per i gruppi elettrogeni, avrebbe potuto chiamare in comune che in qualche modo avrebbero provveduto.

L'uomo ha fatto come gli è stato chiesto e ha lasciato in giro la notizia. Nel mio paese non doveva passare. Considerate che per arrivare, dopo quindici chilometri di strada di montagna in salita, avrà sicuramente dato da mangiare alle bestie, è passata qualche ora. All'ora di pranzo mi chiama sua moglie e mi dice di quanto era stato riferito a suo marito dal tecnico comunale. Io ne approfitto subito, avevo finito la benzina del gruppo elettrogeno, con cui serve altre due famiglie oltre casa mia, quindi ho chiamato. Erano da poco passate le due. Ma rispondeva una voce registrata, che diceva che gli uffici erano aperti dalle alle e si invitava a richiamare negli orari d'ufficio...


Ho chiamato solo perchè espressamente sollecitato a farlo. Peronalmente non mi aspetto granché da chi, amministrando una comunità, non scrive nemmeno due righe sulla pagina web per aggiornare sullo stato di calamità che riguarda persone, in massima parte anziane isolate nei centri montani.



Nessun cartello è stato messo all'ingresso delle strade bloccate. Decine di residenti si sono avventurati nelle strade nei boschi per trovarsi di fronte una frana che era lì magari dal giorno prima ed è dovuto tornare a marcia indietro per chilometri, con il rischio di provocare un incidente con qualcuno che sopravvenisse in direzione contraria.


Questa mattina ho chiamato in comune per sapere se le strade che bloccano il mio paese, fossero state riaperte. Risponde il centralinista, che "penso di sì".... ma "all'ufficio tecnico non c'è nessuno... dovrebbe essere state riaperte ieri sera. Da Colleiano può scendere:" - Ma come posso scendere se dopo il bivio di Collina la strada è franata e deve essere ricostruita?? - protesto sconcertato - Io volevo sapere se almeno si poteva passare per Collina! - "Aspetti un attimo, eh... vediamo se... aspetti..." Dopo un po' di musichetta Va pensiero (immaginate voi dove va) il centralinista mi chiede il numero e il nome e mi farà risapere. Questo nel comune di Roccafluvione che non so quanto frazioni isolate abbia.


Del sindaco si dice, che è vero che non è molto aggiornato con i mezzi di comunicazione telematica, che trascura completamente il sito che è un coacervo di documenti gettati uno sull'altro, che ci trovi tutto ma dove trovarlo sono cavoli tuoi; ha tanti difetti il sindaco, ma dicono di lui che ha un grande pregio: è sempre disposto a rispondere al telefono. Se qualcuno lo chiama al telefono lui, dicono i suoi fedelissimi,  risponde sempre. Viene il dubbio che a forza di stare al telefono trascuri quello che è il suo dovere primario: informare e proteggere l'incolumità dei cittadini.



Angelo Gabrielli

lunedì 2 dicembre 2013

Tutta Roccafluvione dice No alla chiusura della scuola



Intervista con il presidente del Comitato No VenaRocca, che si oppone alla chiusura della scuola del centro di Roccafluvione in funzione della costruzione di un nuovo Plesso Scolastico a Capodipiano di Venarotta

Dario Tomassetti, lei è stato appena eletto Presidente del Comitato No Venarocca che sta raccogliendo le firme dei cittadini che si oppongono alla chiusura delle scuole a Roccafluvione centro con conseguente trasferimento a Capodipiano di Venarotta. Perché vi opponete?

La vera domanda, che andrebbe posta agli amministratori di Roccafluvione, dovrebbe essere: perché questa scelta dissennata per il nostro territorio? Le rispondo con la mia esperienza personale, e quella di mia moglie: 6 anni fa la nostra bambina ebbe una ischemia cerebrale, con conseguente compromissione delle facoltà motorie nella parte destra del corpo. Nonostante il recupero la capacità di movimento del braccio restò a lungo compromessa e per alcuni movimenti necessitava di assistenza. Proprio in quel periodo , la nostra bambina, che aveva 11 anni, giunse alla maturità sessuale, e mia moglie, durante il ciclo, la raggiungeva ogni giorno a scuola, due volte nei primi giorni, e una volta nei successivi, per aiutarla a cambiarsi, cosa che non avrebbe potuto fare da sola. Se la scuola fosse stata altrove, ad esempio a Capodipiano dove la vogliono portare, mia moglie, che neanche guida, non avrebbe avuto nessuna possibilità di andare ad aiutarla, a meno di non passare tutta la mattina a scuola con lei, e, avremmo dovuto lasciarla a casa.

Quante firme avete raccolto?

La petizione ha già superato le 600 firme e la raccolta è solo alla fase iniziale. Si contano sulle dita di una sola mano, le persone che si sono rifiutate di firmare.  Tutta Roccafluvione è contraria a questa incredibile decisione.


Ma come mai  allora l’amministrazione comunale ha preso questa decisione?

La motivazione ufficiale del comune è che senza accorpare il nostro Istituto a quello di Venarotta andremo incontro comunque alla chiusura della scuola, perché l’andamento demografico rischia di non permettere il raggiungimento dei numeri minimi per formare una classe.

Mi sembra un’ottima ragione.

Sarebbe un’ottima ragione se l’argomento fosse vero, cosa che non è. I comuni montani hanno diritto a deroghe a questi numeri, perché sono evidenti i disagi che molti alunni devono affrontare per recarsi all’Istituo dalle frazioni più lontane, specialmente durante l’inverno. Nei comuni della fascia montana, a cui Roccafluvione appartiene, è consentita la possibilità di formare classi anche con soli 10 alunni, e i nostri numeri sono più alti.

Quindi come mai l’Amministrazione insiste su questa decisione?

E’ un vero mistero. Ci sono cose che non riusciamo a capire. L’operazione così come è stata prospettata è tutta a vantaggio di Venarotta che vedrebbe, con l’insediamento della scuola, a Capodipiano,  la possibilità immediata di valorizzare quella parte del suo territorio. Sarebbe immediata la nascita di alcune attività commerciali che ruotano intorno alla scuola, come un bar, un’edicola, una cartoleria, un alimentari. Non sarebbe difficile prevedere uno sviluppo edilizio considerevole, molti genitori amano acquistare casa vicino alla scuola, quando mettono su famiglia. I prezzi dei terreni a Capodipiano sono già enormemente lievitati. I terreni agricoli che si compravano fino a pochi mesi fa a circa 1 euro al metro quadrato, adesso, con la variazione al piano regolatore, per cui sono diventati aree fabbricabili, costano già almeno 7 euro, il prezzo che la convenzione tra il comune di Roccafluvione quello di Venarotta e quello di Palmiano ha stabilito per espropriare  i terreni su cui andrebbe edificato il nuovo plesso scolastico. Questa magnifica valorizzazione di Capodipiano, andrebbe totalmente a scapito di Roccafluvione, che come tutti i centri in cui sono state chiuse le scuole, andrà incontro ad un progressivo spopolamento. E’ un dato statistico accertato.


Ma non ci sono anche problemi  legati alla messa anorma dei vecchi edifici scolastici?

Le norme dell’edilizia scolastica nel nostro paese vengono continuamente aggiornate, con scadenza fissa, ogni evento sismico di una certa rilevanza o tragedia locale, precede una revisione ed un adeguamento delle norme, per cui il governo centrale mette continuamente a disposizione dei fondi a cui è possibile attingere. L’attuale plesso scolastico di Roccafluvione è tutt’altro che cadente, sono stati apportati ammodernamenti continui e tutto quello che è necessario fare per renderla perfettamente a norma, potrebbe, probabilmente, essere fatto con poco più della somma necessaria solo ad espropriare i terreni a Capodipiano, vale a dire 200.000 euro.

Quanto costerà il nuovo plesso scolastico?

Al momento è approvata solo la costruzione di un primo stralcio di un progetto molto più ampio, che prevede la sola costruzione delle aule scolastiche e dei servizi connessi. Tutto questo sarebbe dovuto costare oltre 2.200.000 euro, ma dopo che il comune di Montegallo si è tirato indietro decidendo di non partecipare a questo progetto, l'importo è stato abbassato a 1.700.000. Hanno tagliato 500.000 euro su spese già calcolate all’osso. Non ho idea quindi a cosa rinunceranno del progetto iniziale che era già ridotto ai minimi termini.


Ci sono i finanziamenti?

Questo un altro tasto dolente. Comunità Montana, BIM, e Regione Marche hanno destinato alla costruzione di questo nuovo plesso circa 1.300.000 euro, il resto sarà a carico dei comuni di Venarotta e Roccafluvione, che non ho idea di dove li andrà a prendere. Saremmo curiosi di saperlo.

Non avete chiesto delucidazioni al comune?

Sono più di due anni che è stata richiesta un’assemblea pubblica per illustrare il progetto. E’ quasi incredibile immaginare che una simile decisione, la chiusura della sede storica della scuola nel centro del paese per trasferirla in aperta campagna e in un altro comune, venga presa, non solo senza coinvolgere nel dibattito la cittadinanza, ma senza nemmeno informarla. E' solo per l’azione spontanea dei cittadini come me, che si sono uniti in comitato adesso che se ne parla, a Roccafluvione. Circa un mese fa, dopo nostre ripetute sollecitazioni ci hanno promesso che avrebbero tenuto un'assemblea pubblica per illustrare il progetto, entro novembre. Ma siamo già a dicembre...

a cura di Angelo Gabrielli

Un comitato di cittadini contro la chiusura della scuola di Roccafluvione


Dario Tommasetti è il Presidente 
del Comitato NO VenaRocca

E' stato costituito il 20 novembre scorso, a Roccafluvione, il comitato di cittadini che si oppongono alla chiusura della scuola nel centro storico di Roccafluvione, con conseguente trasferimento della stessa a Capodipiano di Venarotta, dove dovrebbe nascere un nuovo plesso scolastico che ospiterebbe gli alunni di Roccafluvione, Venarotta e Palmiano. 

Dario Tomassetti è stato eletto presidente del comitato, Francesco Vitelli il suo vice, mentre Vanessa Angelini è stata eletta alla carica di Segretaio/Tesoriere. Il consiglio direttivo del comitato che ha assunto il nome di No Venarocca, è composta anche dai due consiglieri Pamela Valentini e Alfonso Giuliani.

Il Presidente Dario Tomassetti al centro, con il suo vice Francesco Vitelli e la Segretaria Vanessa Angelini
Con il nome NO Venarocca, il comitato si propone di sottolineare come la scelta di chiudere il plesso scolastico di Roccafluvione, in favore della costruzione di un nuovo plesso nel territorio di Venarotta, sia una scelta totalmente penalizzante per la comunità di Roccafluvione, e a completo vantaggio dello sviluppo della frazione di Capodipiano di Venartotta.

Con la chiusura della scuola storica del centro, infatti, Roccafluvione si vedrebbe condannata ad un progressivo spopolamento, un destino comune a tutte le città dove sono state chiuse le scuole. E tutto questo in funzione invece della brillante valorizzazione di Capodipiano di Venarotta che da piccolo centro agricolo si troverebbe proiettato in una realtà di sviluppo, legato al sicuro insediamento dei piccoli esercizi commerciali che ruotano intorno a ogni scuola, al logico e conseguente sviluppo edilizio per le naturali scelte delle coppie che mettendo su famiglia non trascurano la possibilità che i figli possano recarsi a scuola a piedi. 

Pamela Valentini, consigliere del Direttivo
Capodipiano, del resto, è una territorio molto gradevole, assolato e panoramico. Non è un caso che il comune di Venarotta abbia già cambiato il proprio piano regolatore mutando la destinazione di molti terreni agricoli, il cui valore medio di 1 euro al metro quadrato, si è già impennato ad oltre 10, considerato che il comune di Venarotta ha previsto di espropriarli a 7 euro al metro quadro, e sappiamo tutti che il prezzo dell'esproprio è sempre inferiore a quello corrente di mercato.

Non c'è altro da fare che complimentarsi con gli amministratori di Venarotta per una così brillante operazione. Ma la domanda inevitabile che sorge è: cosa ha spinto gli amministratori di Roccafluvione ad una tale scelta fallimentare?

Come è possibile che abbiano potuto trascurare tutto questo? Il comitato, nelle varie discussioni che si sono susseguite in articolare sul gruppo Facebook Fluvione e Dintorni, ha ampiamente smontato la falsa asserzione degli amministratori locali che avrebbe voluto sostenere che Roccafluvione avrebbe perso la scuola se non avesse fatto l'accorpamento con Venarotta. 

Ci sono leggi che permettono ai comuni montani come il nostro, di fare classi anche con soli 10 allievi in deroga ai numeri minimi previsti, quindi Roccafluvione non corre affatto rischio di chiusura, cosa che invece rischia Venarotta. Ma anche se fosse stato necessario accorparsi, perché non optare per l'adeguamento del plesso esistente a Roccafluvione che avrebbe richiesto costi incomparabilmente minori dei molti milioni di euro che a regime verrebbe a costare il nuovo Plesso di Capodipiano?

Il Centro tartuficolo di Valcinante - 150.000 euro buttati
Ma non è tutto: Attualmente è finanziata solo una piccola parte dell'ammontare necessario per il completamento dell'opera. Cosa induce questi amministratori a credere che i finanziamenti al momento mancanti saranno assegnati per il completamento del nuovo plesso, nel Paese, l'Italia, celebre nel mondo per gli sperperi e le dissipazioni di denaro pubblico in tante opere iniziate e poi lasciate incompiute?

L'amministrazione di Roccafluvione ne sa qualcosa in prima persona dopo avere speso 150.000 euro di soldi pubblici per instaurare a Valcinante un avveniristico Centro Tartuficolo che ci presentarono come una punta di diamante nella ricerca legata alla coltivazione del tartufo e che che adesso cade in rovina non essendo mai stato né completato né utilizzato!

E c'è infine una considerazione finale, forse primaria per importanza. Nel futuro dei comuni di Montegallo, Roccafluvione, Palmiano e Venarotta, c'è, con tutta probabilità un accorpamento e una fusione. La cessione della scuola al comune a Venarotta, sancisce la definitiva perdita di potere contrattuale da parte di Roccafluvione nei confronti degli altri comuni per candidarsi a sede della futura entità amministrativa.

Roccafluvione, posizionata al centro dei territori di riferimento, sarebbe la sede naturale del nuovo comune che accorperà gli attuali 4 di Palmiano, Montegallo, Venarotta e Roccafluvione

Nonostante che Roccafluvione, in quanto luogo di passaggio sia per Montegallo che per Palmiano, potrebbe essere la sede naturale del futuro comune, come potrebbe vincere la concorrenza di Venarotta, meglio dotata in tutti i settori dei servizi, con la sola eccezione dell'ufficio postale, che ospita la stazione dei carabinieri, il centro della Croce Verde, ed ora anche la scuola? 

Tutte queste domande sono senza risposta.

di Angelo Gabrielli

Tutta Roccafluvione dice No alla chiusura della scuola


Intervista con il presidente del Comitato No VenaRocca, che si oppone alla chiusura della scuola del centro di Roccafluvione in funzione della costruzione di un nuovo Plesso Scolastico a Capodipiano di Venarotta


Dario Tomassetti, lei è stato appena eletto Presidente del Comitato No Venarocca che sta raccogliendo le firme dei cittadini che si oppongono alla chiusura delle scuole a Roccafluvione centro con conseguente trasferimento a Capodipiano di Venarotta. Perché vi opponete?

La vera domanda, che andrebbe posta agli amministratori di Roccafluvione, dovrebbe essere: perché questa scelta dissennata per il nostro territorio? Le rispondo con la mia esperienza personale, e quella di mia moglie: 6 anni fa la nostra bambina ebbe una ischemia cerebrale, con conseguente compromissione delle facoltà motorie nella parte destra del corpo. Nonostante il recupero la capacità di movimento del braccio restò a lungo compromessa e per alcuni movimenti necessitava di assistenza. Proprio in quel periodo , la nostra bambina, che aveva 11 anni, giunse alla maturità sessuale, e mia moglie, durante il ciclo, la raggiungeva ogni giorno a scuola, due volte nei primi giorni, e una volta nei successivi, per aiutarla a cambiarsi, cosa che non avrebbe potuto fare da sola. Se la scuola fosse stata altrove, ad esempio a Capodipiano dove la vogliono portare, mia moglie, che neanche guida, non avrebbe avuto nessuna possibilità di andare ad aiutarla, a meno di non passare tutta la mattina a scuola con lei, e, avremmo dovuto lasciarla a casa.

Quante firme avete raccolto?

La petizione ha già superato le 600 firme e la raccolta è solo alla fase iniziale. Si contano sulle dita di una sola mano, le persone che si sono rifiutate di firmare.  Tutta Roccafluvione è contraria a questa incredibile decisione.

Ma come mai  allora l’amministrazione comunale ha preso questa decisione?

La motivazione ufficiale del comune è che senza accorpare il nostro Istituto a quello di Venarotta andremo incontro comunque alla chiusura della scuola, perché l’andamento demografico rischia di non permettere il raggiungimento dei numeri minimi per formare una classe.

Mi sembra un’ottima ragione.

Sarebbe un’ottima ragione se l’argomento fosse vero, cosa che non è. I comuni montani hanno diritto a deroghe a questi numeri, perché sono evidenti i disagi che molti alunni devono affrontare per recarsi all’Istituo dalle frazioni più lontane, specialmente durante l’inverno. Nei comuni della fascia montana, a cui Roccafluvione appartiene, è consentita la possibilità di formare classi anche con soli 10 alunni, e i nostri numeri sono più alti.

Quindi come mai l’Amministrazione insiste su questa decisione?

E’ un vero mistero. Ci sono cose che non riusciamo a capire. L’operazione così come è stata prospettata è tutta a vantaggio di Venarotta che vedrebbe, con l’insediamento della scuola, a Capodipiano,  la possibilità immediata di valorizzare quella parte del suo territorio. Sarebbe immediata la nascita di alcune attività commerciali che ruotano intorno alla scuola, come un bar, un’edicola, una cartoleria, un alimentari. Non sarebbe difficile prevedere uno sviluppo edilizio considerevole, molti genitori amano acquistare casa vicino alla scuola, quando mettono su famiglia. I prezzi dei terreni a Capodipiano sono già enormemente lievitati. I terreni agricoli che si compravano fino a pochi mesi fa a circa 1 euro al metro quadrato, adesso, con la variazione al piano regolatore, per cui sono diventati aree fabbricabili, costano già almeno 7 euro, il prezzo che la convenzione tra il comune di Roccafluvione quello di Venarotta e quello di Palmiano ha stabilito per espropriare  i terreni su cui andrebbe edificato il nuovo plesso scolastico. Questa magnifica valorizzazione di Capodipiano, andrebbe totalmente a scapito di Roccafluvione, che come tutti i centri in cui sono state chiuse le scuole, andrà incontro ad un progressivo spopolamento. E’ un dato statistico accertato.

Ma non ci sono anche problemi  legati alla messa anorma dei vecchi edifici scolastici?

Le norme dell’edilizia scolastica nel nostro paese vengono continuamente aggiornate, con scadenza fissa, ogni evento sismico di una certa rilevanza o tragedia locale, precede una revisione ed un adeguamento delle norme, per cui il governo centrale mette continuamente a disposizione dei fondi a cui è possibile attingere. L’attuale plesso scolastico di Roccafluvione è tutt’altro che cadente, sono stati apportati ammodernamenti continui e tutto quello che è necessario fare per renderla perfettamente a norma, potrebbe, probabilmente, essere fatto con poco più della somma necessaria solo ad espropriare i terreni a Capodipiano, vale a dire 200.000 euro.

Quanto costerà il nuovo plesso scolastico?

Al momento è approvata solo la costruzione di un primo stralcio di un progetto molto più ampio, che prevede la sola costruzione delle aule scolastiche e dei servizi connessi. Tutto questo sarebbe dovuto costare oltre 2.200.000 euro, ma dopo che il comune di Montegallo si è tirato indietro decidendo di non partecipare a questo progetto, l'importo è stato abbassato a 1.700.000. Hanno tagliato 500.000 euro su spese già calcolate all’osso. Non ho idea quindi a cosa rinunceranno del progetto iniziale che era già ridotto ai minimi termini.

Ci sono i finanziamenti?

Questo un altro tasto dolente. Comunità Montana, BIM, e Regione Marche hanno destinato alla costruzione di questo nuovo plesso circa 1.300.000 euro, il resto sarà a carico dei comuni di Venarotta e Roccafluvione, che non ho idea di dove li andrà a prendere. Saremmo curiosi di saperlo.

Non avete chiesto delucidazioni al comune?

Sono più di due anni che è stata richiesta un’assemblea pubblica per illustrare il progetto. E’ quasi incredibile immaginare che una simile decisione, la chiusura della sede storica della scuola nel centro del paese per trasferirla in aperta campagna e in un altro comune, venga presa, non solo senza coinvolgere nel dibattito la cittadinanza, ma senza nemmeno informarla. E' solo per l’azione spontanea dei cittadini come me, che si sono uniti in comitato adesso che se ne parla, a Roccafluvione. Circa un mese fa, dopo nostre ripetute sollecitazioni ci hanno promesso che avrebbero tenuto un'assemblea pubblica per illustrare il progetto, entro novembre. Ma siamo già a dicembre...