Oggi era il terzo giorno di isolamento della frazione in cui abito. Una seconda ondata di piogge, inframezzzata da una abbondantissima nevicata, ha letteralmente sommerso di frane alcune delle strade che portano alle frazioni. Qualche tratto è stato letteralmente spazzato via, sprofondando a valle. Ci vorranno mesi per ricostruirle.
Puntualmente, ogni volta che c'è un evento atmosferico di una certa entità, in queste frazioni manca l'energia elettrica. Ed è un vero problema. Non solo perché non vanno i riscaldamenti, che anche se collegati al camino a legna hanno bisogno della pompa per mandare in circolo l'acqua calda. Spesso, però, non è neppure possibile scaldarsi con il camino perchè la temperatura dell'acqua nella caldaia salirebbe troppo, e se andasse in ebollizione potrebbe saltare tutto l'impianto.
Ma non si sta solo al freddo. Si vive nella costante preoccupazione di "quando tornerà", perchè ogni previdente famiglia di montagna è abituata a fare scorte di alimenti nei congelatori. In montagna durante l'inverno capita spesso di rimanere alcuni giorni tagliati fuori dalla neve, e i supermercati non sono esattamente dietro l'angolo. Per questa ragione si ha l'abitudine di avere sempre il congelatore ben fornito anche d'estate, per un ospite improvviso o la necessità di organizzare un pranzo per commensali numerosi e imprevisti.
Quando manca l'elettricità, a tutti i disagi della privazione dei servizi a cui siamo abituati, si aggiunge l'ansia di dover magari buttare centinaia di euro di alimenti stoccati nei freezer, e la corrente manca davvero troppo spesso.
Certo c'è stato l'incendio più di 6 anni fa, molti alberi continuano a cadere addosso ai cavi delle linee elettriche, ma, appunto sono passati sei anni. Ci aspetteremmo anche che la nostra amministrazione si facesse portavoce dei disagi della comunità e in qualche modo sollecitasse la risoluzione di questo problema che rende l'utenze dell'energia elettrica garantita solo se non piove e se non nevica.
Ma davvero, aspettarsi una simile iniziativa dal comune di Roccafluvione sarebbe cosa alquanto fantasiosa. Basti pensare che con una decina di frazioni isolate per giorni, le strade che, in qualche caso, continuavano a franare poche ore dopo che erano state riaperte, il comune non ha sentito la necessità nemmeno di prolungare di un'ora gli orari di qualche impiegato comunale, se non altro per dare qualche informazione sulla viabilità a chi avesse chiamato.
Un'episodio, avvenuto ieri mattina, entrerà senz'altro nel libro dei record dell'amministrazione di Marcello Formica. Uno dei residenti in una frazione isolata, ha lasciato la macchina a circa 15 chilometri dalla frazione che doveva raggiungere e, mentre stava per incamminarsi a piedi è passato un tecnico dell'ufficio tecnico comunale, un geometra. Questo gli dice di comunicare, nei paesi che attraverserà per tornare a casa, che, chiunque avesse bisogno di qualche urgenza, alimenti, medicine, benzina per i gruppi elettrogeni, avrebbe potuto chiamare in comune che in qualche modo avrebbero provveduto.
L'uomo ha fatto come gli è stato chiesto e ha lasciato in giro la notizia. Nel mio paese non doveva passare. Considerate che per arrivare, dopo quindici chilometri di strada di montagna in salita, avrà sicuramente dato da mangiare alle bestie, è passata qualche ora. All'ora di pranzo mi chiama sua moglie e mi dice di quanto era stato riferito a suo marito dal tecnico comunale. Io ne approfitto subito, avevo finito la benzina del gruppo elettrogeno, con cui serve altre due famiglie oltre casa mia, quindi ho chiamato. Erano da poco passate le due. Ma rispondeva una voce registrata, che diceva che gli uffici erano aperti dalle alle e si invitava a richiamare negli orari d'ufficio...
Ho chiamato solo perchè espressamente sollecitato a farlo. Peronalmente non mi aspetto granché da chi, amministrando una comunità, non scrive nemmeno due righe sulla pagina web per aggiornare sullo stato di calamità che riguarda persone, in massima parte anziane isolate nei centri montani.
Nessun cartello è stato messo all'ingresso delle strade bloccate. Decine di residenti si sono avventurati nelle strade nei boschi per trovarsi di fronte una frana che era lì magari dal giorno prima ed è dovuto tornare a marcia indietro per chilometri, con il rischio di provocare un incidente con qualcuno che sopravvenisse in direzione contraria.
Questa mattina ho chiamato in comune per sapere se le strade che bloccano il mio paese, fossero state riaperte. Risponde il centralinista, che "penso di sì".... ma "all'ufficio tecnico non c'è nessuno... dovrebbe essere state riaperte ieri sera. Da Colleiano può scendere:" - Ma come posso scendere se dopo il bivio di Collina la strada è franata e deve essere ricostruita?? - protesto sconcertato - Io volevo sapere se almeno si poteva passare per Collina! - "Aspetti un attimo, eh... vediamo se... aspetti..." Dopo un po' di musichetta Va pensiero (immaginate voi dove va) il centralinista mi chiede il numero e il nome e mi farà risapere. Questo nel comune di Roccafluvione che non so quanto frazioni isolate abbia.
Del sindaco si dice, che è vero che non è molto aggiornato con i mezzi di comunicazione telematica, che trascura completamente il sito che è un coacervo di documenti gettati uno sull'altro, che ci trovi tutto ma dove trovarlo sono cavoli tuoi; ha tanti difetti il sindaco, ma dicono di lui che ha un grande pregio: è sempre disposto a rispondere al telefono. Se qualcuno lo chiama al telefono lui, dicono i suoi fedelissimi, risponde sempre. Viene il dubbio che a forza di stare al telefono trascuri quello che è il suo dovere primario: informare e proteggere l'incolumità dei cittadini.
Angelo Gabrielli
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